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KEYNES
Lord Maynard Keynes era una tremenda Cassandra: aveva quasi sempre
ragione. Anzi, togliete pure il quasi: aveva sempre ragione. Disse che
la “pace cartaginese” imposta alla Germania dopo la prima guerra
mondiale avrebbe avuto conseguenze nefaste – e arrivò il nazismo. Disse
che le politiche monetarie portate avanti da Churchill erano deleterie –
e ci fu il crollo della sterlina e dell’intero sistema monetario
internazionale. Disse che le politiche restrittive che penalizzavano
salari e consumi interni si sarebbero rivelate disastrose – e venne la
crisi del 1929.
Devo scegliere il lavoro come la più illustre delle vittime della nostra
politica monetaria. In queste circostanze i datori di lavoro propongono
di ristabilire l’equilibrio con una riduzione dei salari, quale
conseguenza della maggiore precarietà, indipendentemente dalla riduzione
del costo della vita: il che vale a dire riducendo il livello di vita
dei lavoratori, i quali dovrebbero sopportare questo sacrificio per
permettere di sanare una situazione di cui non sono assolutamente
responsabili, e di cui non hanno alcun controllo. Il fatto che questa
appaia una soluzione ragionevole è di per sé una pesante critica al
nostro modo di dirigere gli affari economici (anche se ciò non implica
affatto che debbano essere i datori di lavoro a subire la perdita). Come
ad altre vittime della transizione economica del passato, ai lavoratori
non si offre altra scelta che la fame o la sottomissione, mentre i
frutti della loro sottomissione vanno a beneficio di altre classi.
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