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Il Vernacoliere, aprile 2006
La recensione del turco
Doppia personalità
Rosa Alberoni, La cacciata di Cristo,
Rizzoli, Milano, 2006, pp. 220,
17 euro.
Non so se hai presente Rosa Alberoni. Certo, dirai tu, la moglie di Francesco
Alberoni, l'eminente sociologo. No, dico: ce l'hai veramente presente? L'hai
guardata bene? Guardala: c'è la sua foto a colori sul risvolto di copertina.
Guarda che chioma: dove li ha presi quei boccoli biondi da Vispa Teresa? E che
rossetto sgargiante, esagerato proprio. Dài, guarda meglio. Ma davvero
non te ne accorgi? Eppure a me sembra evidente: quello è Francesco Alberoni
con la parrucca.
Non so se hai presente Francesco Alberoni. Scrive tutti i lunedì sul
Corriere caramellose banalità. Non so se hai presente una puttana
ottimista e di sinistra, cantava anni fa Lucio Dalla. Ma non voglio dare della
puttana a Francesco Alberoni. Non voglio neanche dire che sia di sinistra, perché
le sue banalità sono così banali che non stanno né in cielo
né in terra, non sono né carne né pesce, né di destra
né di sinistra. Ma ottimista sì, è proprio ottimista. E
buono, tranquillo, equilibrato, non alza mai la voce. Questa, almeno è
l'immagine che da di sé, perché in realtà anche lui, qualche
volta, perde la pazienza. E allora zac! si infila lesto lesto la parrucca bionda,
si mette il rossetto e si trasforma in Rosa Alberoni.
E come Rosa Alberoni finalmente si sfoga. Oddio, anche incazzato continua a
scrivere banalità, perché questa è la sua natura. Nel caso
di questo libro, sono le trite banalità sull'Occidente che perde la propria
identità dimenticando Cristo, il Cristianesimo e in particolare il Cattolicesimo.
Non so se hai presente Marcello Pera, Oriana Fallaci, Joseph Ratzinger. La stessa
solfa, perfino le stesse citazioni. Nemmeno nei panni di Rosa e nemmeno sotto
tortura Francesco Alberoni riuscirebbe a concepire un pensiero, una frase originale.
Perciò non vale la pena che ti riassuma gli argomenti di questo libro:
moriresti di noia. Potrebbe essere più divertente, invece, cercare di
capire cos'è che lo fa veramente incazzare. Vediamo.
Francesco-Rosa Alberoni se la prende con Jean-Jaques Rousseau ("demagogo
astuto", p. 23), Karl Marx (materialistaccio "che riduce tutta
la storia ad un unico elemento: la lotta per i sordidi interessi economici",
p. 91) e Adolf Hitler (tutti sanno che ce l'aveva con gli ebrei, "ma
solo pochissimi studiosi sanno che Hitler mirava a cancellare anche il Cristianesimo",
p. 91, corsivo nel testo). Ma non sono certo questi personaggi a dargli sui
nervi: sono fantasmi del passato che non fanno più arrabbiare nessuno
per davvero.
Francesco-Rosa Alberoni se la prende con i contemporanei scienziati manipolatori
di geni e clonatori di uomini. Qui i toni si fanno più enfatici e potremmo
essere sulla pista giusta: "Lo scienziato sta per fare il nuovo Golem, è
arrivato a clonare l'uomo [...]. Ad ogni scoperta scientifica esulta [...].
Perché esulta in modo così sfrenato? [...] La risposta può sembrare cinica, ma
scaturisce dalla conoscenza dell'essere umano. Esulta perché è accecato dalla
grandiosità della scoperta. Esulta perché il successo scatena un senso di
onnipotenza in molte persone"
(pp.164-165). Probabilmente anche Alberoni vorrebbe esultare, provare l'euforia
della scoperta: ma non potrà mai farlo, perché il circuito delle
sue sinapsi produce inesorabilmente banalità. Sarà questo a provocare
l'incazzatura? Si può tentare un esperimento. La prossima volta che incroci
Francesco Alberoni, prova a dirgli: "Lo sai che Edison ha inventato la
lampadina?". Se diventa verde (che dico, Rosa), se si infila la parrucca,
ci siamo. Se no, dovremo cercare ancora.
Francesco-Rosa Alberoni se la prende con "i libri di Dan Brown, Il
codice da Vinci e Angeli e demoni, letti da decine di milioni di
persone [...] infami opere di propaganda" (p. 204). Esperimento: quando
lo vedi, prova a dirgli: "Ehi, lo sai che Dan Brown ha fatto un sacco
di soldi?". Guarda: si è messo la parrucca, afferra il rossetto...
Beccato! Stavolta ci siamo davvero.
Maria Turchetto
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