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IL PERSONAGGIO

Eh, qualcosa di de Mattei bisognerà pur dirla: è un personaggio così straordinario che non merita il dimenticatoio. Si tratta di un cattolico al quadrato, anzi al cubo. Tutte le posizioni più infami del cattolicesimo, lui le sposa con entusiasmo. Ha sostenuto che Dio ha mandato i barbari per punire l'impero romano dedito all'omosessualità (e il bello è che di mestiere fa lo storico), che la morte cerebrale è ancora vita, che i terremoti sono punizioni divine,  che la teoria dell'evoluzione è insensata (ed è stato a lungo vicepresidente del CNR, col patrocinio e i soldi del quale ha pure organizzato un convegno creazionista in occasione del bicentenario della nascita di Darwin), che il sole ruota intorno alla terra, che la terra è piatta e che i seguaci dell'islam vanno ammazzati (ed è stato consigliere per le questioni internazionali nei due governi Berlusconi). Ora, matti ce ne sono tanti, ma questo è un matto pericoloso, a cui hanno dato un sacco di spago.

 

 

 

 

 

  il Vernacoliere, marzo 2002
la recensione del turco

"Prega la santissima trinità e passami le munizioni"
Roberto de Mattei, Guerra santa Guerra giusta. Islam e Cristianesimo in guerra,
Edizioni Piemme, Casale Monferrato, 2002, euro 7,90.

Siamo in tempi di guerre sante e, oltre ai preti, anche i professori ci intingono il pane. Per i cultori della letteratura demenziale, ne ho beccato uno più papista del papa: il papa, infatti, ha chiesto pubblicamente "perdono" per le crociate (ricordate la pantomima giubilare dei mea culpa della Chiesa?) e soprattutto ha preso le distanze dalla guerra contro l'Iraq, ideologicamente condotta in nome dei valori della Civiltà Occidentale contro l'Islam. Invece Roberto de Mattei - che dalla quarta di copertina desumo essere "docente di Storia Moderna all'Università di Cassino" - delle crociate è un vero fanatico, gioca coi crociatini di piombo, e non gli par vero che spuntino nuovi Feroci Saladini da mazzolare. Ecché, le guerre condotte contro gli infedeli sono sante, e pentirsene significa attuare un "disarmo psicologico e morale" (p. 9). Questo papa non ha le palle, secondo il nostro professore, non si rende conto di "riprovare, con esse [le crociate], una serie di Pontefici elevati agli altari, come il beato Urbano II, san Pio V, il beato Innocenzo XI" (p. 100), tutti papi che sapevano menar le mani. Ridateci i papi di una volta, belli sanguinari come nelle migliori tradizioni.
Scherzi a parte (e purtroppo c'è davvero poco da scherzare quando le guerre si fanno davvero in nome delle religioni bibliche), il saggio di de Mattei è serissimo, ed anche astruso quanto può esserlo una dissertazione teologica. L'autore, dopo aver dottamente dimostrato che le crociate furono non solo "guerre giuste", ma anche "guerre sante" ("se non ogni guerra giusta è santa, la guerra santa, per il pensiero cristiano, non solo è giusta, ma è, in un certo senso, la guerra giusta per eccellenza: le crociate, in questo senso, furono il perfetto esempio di guerra giusta, justissimum bellum", pp. 76-77), si chiede con imbarazzo quale sia la differenza tra il jihad islamico e la crociata cristiana. Arriva alla sconcertante conclusione che essa consiste "nella profonda diversità tra il Dio cristiano e quello islamico": quest'ultimo non è trino, perciò l'Islam non gode "dell'influsso soprannaturale della Grazia che ha la sua fonte nella Seconda persona della Santissima Trinità", dunque (dunque?!) "il jihad, a differenza della guerra cristiana, è una guerra offensiva, è una guerra di aggressione" (p. 85).
Meno male, finalmente possiamo capire perché i mussulmani sono così intrinsecamente cattivi: è la fisiologica mancanza della Seconda persona della Santissima Trinità. Certamente risentono anche della mancanza della Terza persona della Santissima Trinità: è per questo che sono così poco portati per le lingue e stentano di conseguenza ad inserirsi a pieno titolo nella comunità internazionale.
Dalla quarta di copertina apprendo inoltre che il Nostro ha scritto anche - sempre per i tipi dell'ignota Piemme di Casale Monferrato - Il crociato del XX secolo (1996): introvabile, ed è un peccato. Perché vi assicuro che l'apparato argomentativo che questo serial killer è in grado di mobilitare per sentirsi buono dopo aver compiuto la sua strage rituale di beduini è assolutamente impagabile.

Maria Turchetto