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FILANTROPI

Non so se l’avete notato, ma da un po’ di tempo si leggono sui giornali titoli di questo tenore: “Il Presidente del Consiglio riceve il filantropo George Soros”, “Il filantropo Bill Gates si impegna a debellare AIDS, tubercolosi e malaria”.
Filantropi?!
Bill Gates è l’uomo più ricco del mondo, la classifica Forbes & Bloomberg del 2017 stima il suo patrimonio 89 miliardi di dollari. Certo, con la moglie ha dato vita alla fondazione Bill & Melinda Gates impegnata in “opere umanitarie” - e scusatemi, ma solo a sentire il termine “umanitario” a me viene l’orticaria. Del resto alcuni malpensanti sostengono che la benemerita fondazione più che fare del bene promuove business globali. Ma in ogni caso, cosa volete che sia per l’uomo più ricco del mondo dare qualche miliarduccio in beneficenza? E credi a me, non si diventa l’uomo più ricco del mondo senza sfruttare, speculare e soprattutto evadere le tasse. Il nostro filantropo, ad esempio, le tasse che dovrebbe pagare in Italia (per il fatturato della Microsoft di Peschiera Borromeo) preferisce pagarle in Irlanda, dove le aliquote sono molto più basse. Filantropo!
George Soros, poi! Sempre Forbes & Bloomberg stima il suo patrimonio solo 25 miliardi di dollari, ma è lo speculatore pirata per eccellenza, il re degli edge fund, uno che ha sbancato la Banca d’Inghilterra (e sarà costato una cèa quanto a tagli alla spesa sociale), un personaggio implicato in tutte le cospirazioni internazionali peggio della Spectra nei film di 007, e naturalmente maestro di “tasse differite” e di paradisi fiscali  (i suoi fondi si spostano allegramente dall’Irlanda alle Antille Olandesi). Filantropo!
Beh, questi tipi sono calibri di livello planetario, ma anche da noi, sapete, ci sono dei piccoli filantropi. Un paio di settimane fa ho fatto una giratina nelle Langhe e ne ho scoperto uno: Carlo De Benedetti, cui la stampa locale in quei giorni inneggiava perché aveva donato 100.000 euro al comune di Dogliani per restaurare una bocciofila. Filantropo! Ora, non ho trovato l’ammontare del patrimonio di De Benedetti nella classifica Forbes & Bloomberg, ma so per certo che come barchetta da diporto si è fatto attrezzare un rompighiaccio di 55 metri. E anche lui è un personaggio quanto mai losco, “molto discusso per certi bilanci Olivetti, per lo scandalo legato alla vicenda di apparecchiature alle Poste Italiane, fu allontanato dalla Fiat, coinvolto nella bancarotta del Banco Ambrosiano, finì dentro per le vicende di Tangentopoli” (tutto ciò tra virgolette perché sono parole di Marco Tronchetti Provera, che De Benedetti denunciò per diffamazione perdendo però la causa). Anche lui turista fiscale, naturalmente: in Svizzera, dove ha preso la residenza fiscale (quella, si sa, la danno in base allo ius soldi), tiene – dicono – un paio di miliardi.
Ora, secondo me, la filantropia dovrebbe essere valutata in proporzione al reddito: 100.000 euro a un Comune langarolo con i soldi di un De Benedetti è meno dell’elemosina di due centesimini di rame con la mia pensione.
Filantropi! Va bene il politicamente corretto, ma ora si esagera.

Maria Turchetto
Il Vernacoliere, novembre 2017