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LE AGENZIE DI RATING
Le agenzie di rating sono società che valutano la solidità e la
solvibilità di chi emette titoli sul mercato finanziario, a beneficio
dei compratori dei titoli stessi. Danno insomma “consigli per gli
acquisti” di titoli. Le più note sono Standard & Poor’s, Moody’s, Fitch
Ratings. Sono società private, anzi, molto peggio: sono tutte
partecipate da grandi multinazionali che, guarda un po’, sono anche
oggetto delle loro valutazioni. Sentite puzza di conflitti di interesse?
Eccome! Come verranno valutate le società “padrone” delle agenzie?
Magari con un occhio di riguardo? Per non parlare dei vari giochetti che
in questo bel mestiere si possono fare, tipo confidare all’amichetto che
rating verrà dato su un certo titolo, insomma quei giochetti che nel
diritto penale si chiamano aggiottaggio, turbativa e manipolazione del
mercato.
Insomma, se avessi intenzione di comprare titoli non mi fiderei affatto
di Standard & Poor’s e degli altri allegri compari, ma dal momento che
questa intenzione non ce l’ho potrei dire: in fondo, che me ne
importa? Se la vedano un po’ tra giocatori in borsa, io i miei soldini
li tengo nel materasso. Potrei? E invece non posso, perché i
“consigli per gli acquisti” elargiti dalle agenzie di rating riguardano
anche me. Riguardano tutti quando oggetto delle valutazioni sono i
titoli di Stato.
Perché lo sapete bene cosa succede se prima Standard & Poor’s ti leva la
tripla A, poi Moody’s anche la doppia e la singola, e poi si finisce BBB,
come risultano oggi i titoli italiani secondo Fitch. O se magari si
resta con una sola B come la Grecia e l’Argentina (quest’ultima
attualmente sotto stretta osservazione da parte degli allegri compari
intenzionati a bocciarla con un B-). Succede che aumenta lo spread, si
devono pagare più interessi, peggiora il rapporto PIL/debito pubblico, e
allora giù tagli, tagli alla spesa pubblica, tagli allo stato sociale,
tagli alla sanità, alla scuola, alla ricerca.
Ma dico io, come si fa a permettere ad agenzie private, con le
discutibili caratteristiche di cui sopra, di influenzare la vita di un
intero paese?
Di recente ha fatto notizia un’affermazione di Luigi Di Maio: “Siamo a
un bivio al quale si sono trovati i governi degli ultimi venti anni:
scegliere se ascoltare un'agenzia di rating, che legittimamente fa il
suo lavoro, o mettere al centro i cittadini. Le due cose non devono
andare una contro l'altra, ma nel caso sia così sceglieremo sempre gli
italiani. Non pensiamo di rassicurare un'agenzia di rating e i mercati e
pugnalare gli italiani alle spalle”. Un populista, direte voi. Ma
perfino Mario Draghi, che di sicuro un populista non è, ha detto:
“bisognerebbe imparare a vivere senza le agenzie di rating”.
Bravo. E allora chiudetele, no? Cosa aspettate? Oppure create delle
agenzie pubbliche. Per carità, la corruzione penetra anche nel pubblico,
purtroppo lo sappiamo, ma quelle agenzie private sembrano proprio fatte
apposta per manipolare i mercati. Ma chiudetele, giù! e come dice Draghi
viviamo senza, vedrai che viviamo meglio. E già che ci siete chiudete
anche la Borsa, chiudete i Mercati, chiudete il Capitalismo… vivremo
meglio davvero.
Maria Turchetto
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