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IL GRANDE STROZZINO

Chissà come andrà a finire: mentre scrivo non c’è ancora un nuovo governo, né alcun incarico ufficiale a formarlo. C’è però un salvatore della patria: Mario Monti, che piace proprio a tutti. Alto, distinto, ottimi studi, un sacco di capelli suoi, probabilmente non va a puttane – il top della moralità nel nostro paese. Piace ai giornalisti, piace alle signore, piace soprattutto alle borse, che “volano” appena si avvicina a Piazza Affari. E siccome il giudizio delle borse è ormai più importante del Giudizio di Dio nessuno, proprio nessuno osa dire .
Posso osare?
Lo so che molti italiani gradirebbero perfino Gengis Khan o Vlad l’impalatore come presidente del consiglio purché Berlusconi si tolga di mezzo, e non sarò certo io a rimpiangere Berlusconi. Tirate pure il fiato, ragazzi, Berlusconi non c’è più. Ma non abbassate troppo la guardia: perché di certi salvatori della patria è meglio diffidare.
Mario Monti, ragazzi, è un uomo delle banche. E di che banche! È sul libro paga della Goldman Sachs, che è la più grande banca d’affari del mondo. La Goldman Sachs ha sul libro paga l’intera famiglia Clinton, per dire a che livelli viaggia. Oltre a pilotare il sistema bancario e finanziario internazionale, la Goldman Sachs ogni tanto pensa bene di mandare i suoi funzionari direttamente a governare gli Stati – nel caso ci fosse bisogno di dimostrare che il vecchio Carlo Marx aveva ragione quando definiva gli Stati “comitati d’affari della borghesia”. Robert Rubin, dirigente della Goldman Sachs, è stato segretario al tesoro sotto la presidenza Clinton. Ma Goldman Sachs non ha paraocchi ideologici, è bipartisan, così G. W. Bush ha avuto come ministro del tesoro addirittura il vicepresidente della Goldman Sachs, Henry M. Paulson. Potrei farvi un bell’elenco (includerebbe anche Romano Prodi, Mario Draghi e Gianni Letta) di personaggi che passano dalla Goldman Sachs alle cariche pubbliche per poi tornare tranquillamente alla Goldman Sachs senza che nessuno sollevi il problema del conflitto di interessi. La Goldman Sachs non è un potere forte, è il potere forte. La Goldman Sachs domina il mondo, è il Grande Strozzino del nostro pianeta.
Sono convinta che da Goldman Sachs è partito, negli anni ’90, l’ordine di smantellare quelle leggi bancarie che dopo la crisi del 1929 tutti i paesi occidentali adottarono per mettere qualche paletto alle attività speculative più pericolose delle banche. Quella riforma, giustamente definita “riforma silenziosa” perché almeno da noi non è stata oggetto di dibattito parlamentare né di discussione pubblica, è in gran parte responsabile del casino senza uscita in cui ci hanno cacciati. Il casino per cui le banche giocano irresponsabilmente in borsa e si riempiono di titoli spazzatura, salvo poi piangere e far presente che sono “troppo grosse per fallire” e ottenere salvataggi pubblici miliardari, finanziati a suon di tagli alla spesa sociale. E fin che il gioco al massacro riguardava i titoli della new economy o i sub prime si poteva anche sperare che prima o poi finisse, ora che riguarda i titoli sovrani temo sia proprio un circolo vizioso senza uscita.
C’è un bel libro sulla crisi del 1929 che vi consiglio vivamente di leggere, Il grande crollo di John Kennet Galbraith. Racconta, tra l’altro, come fossero malvisti i banchieri negli anni immediatamente successivi alla Grande Crisi. Racconta che a quei tempi potevi presentarti come ladro, rapinatore di vecchiette, stupratore di bambine e ti lasciavano stare. Ma se dicevi «sono un banchiere», ti linciavano. Se dicevi «sono un banchiere della Goldman Sachs», ti mangiavano crudo. Mi sa che tra qualche anno ci troveremo a fare la stessa cosa.

Maria Turchetto
Il Vernacoliere, dicembre 2011